Nell’attuale trionfante primato dei nuovi mezzi di comunicazione, questa mostra documentaristica sulla stampa periodica per ragazzi ci porta a considerare l’importanza e il valore che i giornalini hanno rappresentato nel passato e in parte rappresentano ancora.
Nati agli inizi dell’Ottocento e sviluppatisi soprattutto nel Novecento, i giornalini sono stati strumenti efficaci, dopo la frequentazione scolastica, per promuovere la letteratura, l’informazione, l’istruzione e per la formazione globale dei giovani lettori. Lettori dinamici e attivi che, leggendo per abitudine e per piacere, hanno conosciuto e dialogato con il mondo vicino e lontano. Questo il primo grande merito della stampa periodica che, senza negare il valore dell’istruzione scolastica, ha saputo veicolare, con tono divertente e giocoso, valori etici, comportamentali e formativi.
Un altro merito consiste nell’aver costituito una grande palestra per scrittori e illustratori. Oggi l’editoria dona ai ragazzi migliaia di nuovi
titoli ogni anno, ma in passato erano i giornalini che proponevano quanto di meglio la letteratura e la divulgazione potevano offrire. Perciò sui giornalini sono nate, prima di essere pubblicate in volume, grandi opere sono divenuti famosi grandi personaggi, come Pinocchio, Gian Burrasca, Bonaventura, Cipollino, Cocco Bill, Pimpa. Spesso questo è avvenuto con uno straordinario equilibrio tra testi e immagini, con una ricerca continua per dare volto e fisionomia e identità a personaggi che hanno costituito materia per modi di dire popolari; si scherza ancora sulle bugie e sul naso di Pinocchio e per lungo tempo si è potuto anche sentir ripetere «Qui comincia l’avventura del signor Bonaventura».
I giornalini hanno rappresentato egregiamente i loro tempi. Pur presentandosi come un giornalismo minore, hanno svolto la mansione di coadiuvare o, in qualche caso, di sostituire la funzione pedagogica della società e delle famiglie. Con la loro apparente innocenza sono riusciti a veicolare e a comunicare, con estrema sintesi e schiettezza – attraverso i racconti e le strisce illustrate, le lettere e i servizi – sia informazioni sul mondo, sia modelli di ruoli e di vita. Con la semplicità delle loro strutture linguistiche, sintattiche e iconografiche, essi hanno parlato di scienza, di classi sociali, di stili di comportamento, di ruoli di genere, di ideologie, divenendo spesso lo specchio dei cambiamenti lenti o repentini del mondo in maniera più chiara e diretta di una pagina di storia. Oggi si analizzano e si indagano come materia di studio non solo dei “fatti” ma anche degli “umori” diffusi, dell’evoluzione dei costumi e della mentalità, dell’evoluzione di quelle più elementari istanze pedagogiche che costituivano la base, spesso condivisa da società e scuola, dell’educazione delle bambine e dei bambini.
I giornalini esistono ancora e continuano a unire informazioni e valori con il divertimento, lo svago, l’umorismo. Ogni due anni una prestigiosa giuria assegna “Il Premio Nazionale Città di Chiavari al miglior giornalino per ragazzi”.
Introduzione mostra
13 December 2023